7º Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Eurispes e Telefono Azzurro

800 pagine di testo, dense di contenuti e arricchite da dati e tabelle che, attraverso un'analisi fitta e serrata, fotografano il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza. All'interno del 7º Rapporto due le grandi indagini svolte sul campo. La prima, condotta sull' infanzia, ha tracciato l' Identikit del bambino attraverso un questionario somministrato a ragazzi di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe delle elementari e la prima classe della scuola media. La seconda è stata diretta alla costruzione dell' Identikit dell'adolescente, attraverso un questionario somministrato a ragazzi appartenenti alla fascia di età 12-19 anni, frequentanti la seconda e la terza media o una delle cinque classi degli istituti superiori. Un'operazione svolta all'interno del mondo scolastico che attraverso la rilevazione sul campo ha riguardato e interessato 44 scuole di ogni ordine e grado. I questionari analizzati sono stati 1.274 per quanto riguarda l'infanzia e 1.242 per l'adolescenza.

Siamo di fronte ad un marcato senso di appagamento materialistico nelle giovani generazioni che si pongono come obiettivi principali la famiglia ed un buon lavoro, due traguardi ad elevato contenuto privatistico. L'esigenza di un mondo migliore e di una società più giusta e più equa, che aveva plasmato le esistenze e le idee delle generazioni precedenti è molto meno avvertita dalla attuale componente giovanile: in un certo senso gli adolescenti sono diventati più conformisti e obbedienti alle regole della società borghese, non esercitano più nessuna spinta al cambiamento. Quella che emerge dal Rapporto è una accentuata preferenza dei giovani verso un sistema di valori diversi dalla politica, verso modelli e orientamenti propri della società dei consumi, verso miti lontani dall'impegno politico di stampo movimentista-rivoluzionario dei giovani degli anni Sessanta. Gli adolescenti italiani bocciano senza appello la classe politica italiana e il suo modo di comunicare problemi, progetti e soluzioni. La sensazione à che vi sia l'assenza di un messaggio selettivo e differenziato rivolto a loro in maniera esclusiva, oltre che una mancata risposta della classe politica alle reali istanze e ai bisogni più profondi. La politica attuale sembra non essere in grado di proporre progetti, alimentare sogni, indicare prospettive di una società migliore. L'impossibilità della politica di proporsi in termini di progetto è percepita significativamente dai giovani dell'epoca del rischio e dell'incertezza. Non si tratta soltanto della consueta disaffezione giovanile rispetto alla politica. Vi à qualcosa di più profondamente strutturale collegabile sia ai modelli di comunicazione con cui la moderna élite politica si relaziona all'opinione pubblica adulta e ai giovani futuri elettori, sia ai contenuti stessi della professione del politico.

I dati di questo settimo Rapporto, così come quanto emerge dalle richieste di aiuto a cui Telefono Azzurro risponde ogni giorno, confermano quanto ancora ci sia non solo da fare ma da costruire per colmare la "distanza" delle istituzioni rispetto ai luoghi in cui il mondo giovanile vive e si incontra, per primo la scuola. Pur rilevando le "emergenze" e le situazioni di disagio sociale, i rappresentanti istituzionali fino ad oggi sono stati portati a non prestare sufficiente attenzione alla richiesta di ascolto degli adolescenti. Prima di tutto quello di vedere riconosciuta la propria soggettività. I giovani sono soggetti di diritto: un principio che la politica deve riconsiderare, anche alla luce dei risultati emersi dal nostro Rapporto. L'apertura ad un dialogo con il mondo giovanile parte dalla reale volontà di comprendere il suo linguaggio, in una logica di scambio, in cui i ragazzi possano recuperare fiducia nella politica e dall'altra le istituzioni possano cogliere la complessa dimensione valoriale degli adolescenti. Questo à un passaggio educativo fondamentale: condurre i ragazzi alla conoscenza, alla partecipazione e dunque alla responsabilità civile, sociale e civica, attraverso l'ascolto e soprattutto l'esempio. Per questo invitiamo i rappresentanti della politica ad essere più presenti nelle scuole, nei luoghi di aggregazione del mondo giovanile e nei loro spazi di incontro virtuale, non solo per osservare da vicino i bisogni dei ragazzi ma per riconquistare una dimensione di autorevolezza, condividendo con loro i principi che governano la politica, l'economia, la legalità e il rispetto dei diritti civili e sociali.

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