Rossana Costantino
ENRICO E GLI UCCELLI MIGRATORI
In una mite giornata d' autunno, un bambino di nome Enrico vide uno stormo di uccelli migratori diretti verso sud per l'inverno. Gli uccelli sembravano puntini neri nel cielo, ma formavano tutti insieme una gigantesca V. Enrico era molto sorpreso da tanta perfezione, e sapeva che gli uccelli non erano mai andati a scuola, e che quello che sapevano era dettato solo dall'istinto. Il giorno seguente, il bambino raccontò tutto al suo insegnante, che sorridendo disse che la scienza aveva scoperto il motivo per cui gli uccelli volano in quel modo. Infatti, quando ciascuno uccello sbatte le ali, crea una spinta dal basso verso l'alto per gli altri uccelli posizionati dietro. Per poter volare tutto quel tempo senza affaticarsi troppo, gli uccelli migratori volano in formazione a V, e con questa tattica l'intero stormo muove le ali creando nell'aria una spinta tale che aiuta tutti gli uccelli sostenersi nell'aria senza fatica. Infatti, mantenendo la posizione a V tutti gli uccelli si aiutano a vicenda, perché ciascuno uccello spinge col battito delle proprie ali l'uccello che sta dietro di lui, e tutti insieme affrontano il lungo viaggio verso i Paesi caldi. Enrico, affascinato da quel miracolo della natura, suggerì all'insegnante che gli uccelli migratori dovevano essere un modello per tutti.
Infatti, se tutti si aiutassero a vicenda come gli uccelli che affrontano quel simile viaggio, nessuno avrebbe mai nessuna difficoltà nella vita. Il bambino intelligente osservò che gli uccelli migratori, condividono non solo una direzione comune, ma anche uno scopo comune, che è quello di migrare verso luoghi più tranquilli. Sarebbe davvero meraviglioso se anche gli uomini avessero un simile senso della comunità, probabilmente come gli uccelli migratori raggiungerebbero i loro obiettivi comuni più rapidamente e facilmente, con l'aiuto ed il rispetto reciproco. L'insegnante, soddisfatto delle osservazioni di Enrico, continuò a spiegare che quando un uccello si stacca dalla formazione a V, avverte improvvisamente la resistenza dell'aria nel cercare di volare da solo, rapidamente si rimette in formazione per non restare indietro sfinito dalla fatica. Allora il bambino capì che ciascun essere vivente ha bisogno degli altri.
Così, entusiasta di quello che aveva appreso, fece un bellissimo disegno dove erano rappresentati tanti bambini in formazione a V come gli uccelli che aveva visto. Sotto il suo disegno scrisse che se anche le persone avessero il buon senso degli uccelli migratori, il mondo sarebbe un posto tranquillo e pacifico, perché ognuno imparerebbe ad aiutare e rispettare sia chi sta davanti che chi sta dietro a lui. Il preside della scuola, colpito dall'arguta osservazione di Enrico, appese il disegno dietro la sua scrivania, e lo apprezzò talmente tanto che lo volle persino pubblicare. aveva voluto acquistare. La cucciolina era rimasta l'unica ad essere invenduta. Subito Ia notò che la cucciola era rimasta sola in quella vetrina, e si chiese: che cosa avesse che non andava quella tenerissima cagnolina.
Il negoziante chiamò la bambina che era ancora affacciata alla finestra. Ia corse dal negoziante, e questo le sussurrò all'orecchio che secondo lui la cucciolina e la bimba timida avevano molte cose in comune tra di loro. Ia, ascoltando queste parole, si incuriosì tantissimo, e prese quel tenero tesserino tra le braccia. Il negoziante li guardò intenerito, e disse alla bambina che voleva fargli un regalo. Ia, quasi incredula, guardò diritto negli occhi il negoziante perchè non riusciva a credere alle sue orecchie.
Quel cagnolino valeva tanto quanto gli altri cuccioli, ma il negoziante aveva capito che quelle timide creaturine erano fatte per stare insieme, e così rinunciò al suo guadagno per far felice Ia. Il negoziante il giorno dopo, quando aprì la serranda del negozio si girò verso la finestra dove il bimbo era solito affacciarsi, e meravigliato vide due piccole sagome: la ragazzina se ne stava dietro il vetro a guardare la gente come sempre aveva fatto, ma stavolta a fargli compagnia c'era la cagnolina, che se ne stava tranquilla in braccio alla sua nuova amica. A questo punto Ia vide che il negoziante li stava osservando, e lo salutò con muovendo la zampina della sua cucciola. Sia la cuccioletta che la bambina erano timide e tranquille, ed entrambe avevano avuto bisogno di qualcuno che capisse e rispettasse la loro natura. Spesso occorre essere sensibili come il generoso negoziante per comprendere che ogni creatura è dotata di una propria indole e che come tale va rispettata ed apprezzata. Ogni essere vivente ama la compagnia di chi ha qualcosa in comune con lui, perché non esistono esseri inferiori e superiori, più importanti e meno importanti, giusti e sbagliati, ma solo creature diverse tra di loro per mille ragioni, che per le loro caratteristiche si rendono uniche al mondo.