Ester V. - Sasso Marcono (Bo)
LA LEGGENDA DELLA LUNA
In un momento della sua esistenza, una conchiglia stanca di essere derisa dalle altre conchiglie dalla sua colonia, decise di andarsene. Era triste per questa decisione, ma sapeva che era l'unica cosa da fare. Vagò per le immense distese del fondale fino a quando esausta, si fermò su una duna. Il sonno non tardò molto ad impossessarsi di lei, ma non durò a lungo, infatti il suo risposo venne interrotto da un vociare sommesso. Aprì appena un po' la fessura per vedere di cosa si trattava.
Era circondata da conchiglie bellissime, non ne aveva mai viste prima di così variegate e particolari, una le si avvicinò con fare minaccioso " che stai facendo tu qui? Non sei della nostra colonia, vattene, con la tua bruttezza deturpi il nostro habitat" . Lei si richiuse subito e senza nemmeno rispondere o cercare di scusarsi, si rimise in viaggio, arrivò in altri fondali, ma la storia era sempre la stessa: la cacciavano solo perché la consideravano diversa da loro, brutta.
Il dolore che aveva dentro era immenso, così profondo che non le permetteva nemmeno di ragionare, così si lasciò trasportare dalla corrente che da immobile via via diventava mossa fino a trasformarsi in un dondolio dolce, era una bella sensazione sentirsi cullare così dall'acqua che man mano diventava sempre più chiara. Che strano paesaggio aveva davanti adesso, il fondale era buio, non si distinguevano i colori, invece là, a quell'altezza, nella trasparenza, si potevano ammirare i colori, incontrava dei pesci dalle forme più insolite e dai colori sgargianti, finì anche tra la morsa di una bocca di uno di essi che la sputò subito per la sua durezza: non era nemmeno buona da mangiare.
La depressione ormai la faceva da padrona, la tristezza diventava sempre più insopportabile alla vista di quel mondo bellissimo e coloratissimo in netto contrasto con la sua sembianza opaca e bianco-grigia. Continuò a salire fino a quando un'onda gentile la adagiò sulla rena. Si sentiva soffocare, quel calore che le stava battendo sul guscio la stava seccando…"Ehi, creatura del fondale, che ci fai qui a riva?" di chi era quella voce calda e rassicurante? Si dischiuse appena un po', la luce era troppo forte per lei, creatura del fondale. " sono fuggita perché nessuno mi accetta per come sono, sono brutta, di forma sgraziata, sono diversa da tutte, non c'è posto per me nel mare." " nel mare c'è posto per tutti invece, e poi tu non sei brutta, sei particolare, ed è vero anche che maggioranza non accetta mai i diversi, ma lo fanno solo per ignoranza, perché non capiscono, ma fuggire non è mai una soluzione… ogni creatura ha uno scopo e quindi anche tu" " IO????" " Sì, anche tu!" La conchiglia sorrise, erano le prima parole gentili che avesse udito per sé. "Hai un bellissimo sorriso, lo sai? Dovresti sorridere più spesso" " e che motivo avrei per sorridere più spesso???" " quello di esserci, per esempio, quello di cercare il tuo compito, quello di essere una creatura unica"
Quelle parole le facevano uno strano effetto, dentro di sé qualcosa stava cambiando, stava nascendo e le deva una sensazione meravigliosa mai provata prima, ma il calore insopportabile la faceva stare male, sentiva l'esterno del suo guscio seccarsi, staccarsi da lei. "Ehi guarda, il mio calore sta togliendoti la crosta che hai sul guscio..ma…stanno scoprendosi dei colori… sono bellissimi…sei stupenda!" "davvero? Non mi prendi in giro??" " assolutamente no, te lo assicuro…sei la conchiglia più bella che abbia mai visto!" La conchiglia si richiuse dalla commozione, pianse di gioia e solo quando ebbe finito di sfogarsi si riaprì, si spalancò perché dentro di sé aveva qualcosa che non poteva trattenere più a lungo: era una sfera perfetta di un colore bianco evanescente con sfumature azzurrate " ti prego, accetta questo mio dono Sole, non è un granchè, ma è l'unica cosa che so fare e l'ho fatta con tutto il cuore per te perché sei stato l'unico che ha avuto parole di conforto per me" "
"E' il dono più bello e più vero che io abbia mai ricevuto, grazie infinite e per dimostrarti il mio apprezzamento, la porterò quassù nel cielo con me, anzi, la poserò tra le stelle notturne, così tutti potranno vedere la sua brillantezza ogni notte, vicino a me non la vedrebbe nessuno… grazie conchiglia, è stupenda!" e con un raggio la baciò con dolcezza e l'aiutò a rimettersi nel mare, altrimenti sarebbe morta, lei era pur sempre una creatura del mare, non della terra, e l'assenza dell'acqua l'avrebbe fatta morire e non era quello che il sole voleva per lei. La conchiglia rimase immersa nelle vicinanze dalla riva fino a quando il sole tramontò e la salutò con uno splendido sfondo rosso fuoco. Si attardò ancora un poco perché voleva vedere accendersi le stelle di cui le aveva parlato il sole: erano veramente bellissime, luminose stupende, ma rimase senza parole quando vide la sua perla brillare nel cielo, era luminosa e perfettamente tonda…è così che è nata la luna!