Andrea S. - Siena
GLI OCCHI DI SARA PER LA NEVE
Capitava spesso che Sara, d' autunno, uscisse con le amiche per andare nel bosco alla ricerca delle foglie più belle, amava infatti Ottobre e tutti i colori che si portava dietro così che i suoi occhi, azzurri come la gioia che aveva sempre dentro di fronte ad ogni nuova scoperta, si tingevano del rosso e dell' arancio che la circondavano quando camminava sopra la soffice terra "scricchiolante". Sara viveva da sola con la nonna Isotta infatti i suoi genitori erano sempre in giro per il lavoro, erano medici esperti e le necessità del luogo dove abitavano li spingevano lontano da casa anche per molte settimane.
Sara ed Isotta ricevevano molte amiche nella casetta ai margini del ruscello così che prima che arrivasse il grande freddo spesso uscivano insieme a fare lunghe passeggiate lungo il corso d' acqua ed anche attraverso i prati ormai appassiti che si estendevano dalla parte opposta agli alberi. A Sara piaceva infatti la natura ed ogni nuova cosa era per lei una gioia, così che non vedeva l' ora che arrivasse il momento di uscire, per chiedere e sapere su ogni cosa.
Accadde però un giorno, quando era ormai Dicembre, che Sara e la Nonna fossero uscite insieme a raccogliere legna per il camino, ma da lontano iniziò a farsi sentire un sussurro di gelido vento che via via che il tempo passava cresceva in intensità fino a diventare una voce decisa… a Sara sembrava di sentirsi chiamare per nome, solo non capiva come questo potesse succedere.Decise di accelerare il passo con la nonna, ma la nonna era stanca e le disse " Vai tu Sara, torna a casa, io mi fermerò per ora al rifugio nella radura", era infatti quello il capanno dove il nonno, quando era ancora con loro, custodiva gli attrezzi per tagliare gli alberi vecchi.
Sara affrettò il passo ma vedeva che sopra la sua testa l' aria dall' azzurro acceso si tinse di un colore opaco, un grigio deciso, che copriva il sole e non permetteva di vedere più oltre la distanza di un lancio di sasso. Sara era preoccupata perché adesso il grigio cominciava di nuovo a schiarirsi e divenire candido come il latte che la nonna gli preparava tutte le mattine per colazione, ma lei aveva solo sei anni ed abitava in una piccola casa di una piccola regione ai confini delle grande valle Padina: non aveva mai visto il cielo se non ridere d' estate o piangere d' inverno.
Quando era ormai vicino a casa, cominciò a provare un solletico sulla punta del naso e gli sembrava che qualcosa le cadesse sul viso, ma lentamente; alzò la testa e vide come mille fiori di pioppo posarsi sui suoi vestiti, sugli alberi e sulla strada, ma non era Maggio e gli alberi ancora dormivano, così, tra il timore e la sorpresa, iniziò ad allargare le braccia e sentiva che dentro di se la paura pian piano andava via, lasciando spazio solamente ad un sorriso per qualcosa che non conosceva ma che era…bello. Così Sara si ricordò di tutte le volte che sua madre la portava in riva al laghetto ghiacciato ad osservare i pesci che nuotavano sotto la superficie gelata e voleva sapere tutti i loro nomi ma la mamma non li conosceva, di tutte quelle occasioni in cui suo padre la prendeva in giro per via
del suo pensare troppo alle cose che vedeva nel bosco dicendole che non avrebbe mai conosciuto tutto, ma si ricordò soprattutto di ogni colore che aveva trovato fuori di casa e non gli sembrava che fra questi vi fosse il bianco, così Sara si accorse finalmente di aver trovato ciò di cui aveva sempre sentito la nostalgia, senza sapere cosa fosse, ma solo trovandola, si sentì più felice: capita spesso infatti ai bambini di provare molta gioia per ogni cosa bella che incontrano, ma manca sempre qualcosa, qualcosa che non c'è e questo fa venire la voglia di avere sempre di più, di sapere sempre di più, senza che se ne accorgano… Sara aveva capito che non sempre è la bellezza delle cose che chiedi e che cerchi a rendere felici, ma anche quelle che il "cielo" ti manda quando meno te lo aspetti, anche se all' inizio un po' ti spaventano perché non sono mai come te le immagini e non sai nemmeno che di quelle hai bisogno. Sara continuò ad essere una bambina curiosa, ma da quel giorno, ogni volta che nevicava, gli veniva in mente tutto ciò che i genitori e i nonni hanno fatto per lei, così che al posto di una parola, sempre più spesso la si vedeva allargare la bocca e sorridere alla nonna che si era sempre occupata di lei.