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![]() | Andrea Santini - Siena GIÒ LA TARTARUGA E MIRTA LA RANOCCHIA |
![]() | In Canada, d' estate, ci sono tante vallate fiorite, e in tutte le valli tanti stagni, ma fra tutti il più bello era quello circondato da un piccolo bosco d'abeti che sia che soffiasse un vento freddo o facesse un caldo molto forte era sempre abitato da tanti animali, di ogni specie, perché gli alberi, come dei guerrieri valorosi, lo proteggevano da ogni pericolo. Tutti gli animali vivevano tranquilli tra di loro perché il cibo era in abbondanza e grazie al buon Dio finora non c' era mai stato alcun motivo per litigare, infatti le giornate passavano serene tra giochi, sonnellini e le lezioni alla piccola scuola del laghetto dove le ranocchie, gli animali più esperti (conoscevano infatti tutti i segreti dell' acqua), tenevano lunghe e piacevoli conversazioni su tutto quello che c' era da sapere per vivere bene rispettando i desideri di ogni compagno. |
La più brava di loro, che si faceva chiamare da tutti Mirta per il colore dei suoi occhi, che ricordavano i frutti del bosco, decise un giorno di condurre tutti i piccini a fare una gita lontano dal laghetto, lù dove i fiori cominciano a diventare piccoli e tutte le erbe alte alte. Giunti presso un tronco di un albero che era stato tagliato, Mirta salù sopra di esso ed iniziò a parlare della natura e di tutto quello che di bello e di brutto si sarebbe potuto incontrare lontano dallo stagno nel quale erano nati. | ![]() |
![]() | Ad un certo punto però fu distratta dal passaggio di una lunga fila di tartarughe che si stavano trasferendo verso luoghi più ricche di cibo, avevano infatti finito tutte le loro scorte; se non che ce ne era una in fondo al gruppo che si attardava e sembrava lo stesse facendo a posta per sentire cosa la ranocchia avesse da raccontare a cosù tanti bambini. Mirta, che oltre che intelligente era anche presuntuosa, subito si spazientù e chiese a Gio', la tartaruga che tardava, se volesse per piacere proseguire oppure unirsi agli altri per ascoltare, purché non disturbasse tutti. |
Gio' la guardò con aria di sfida, pensava infatti in cuor suo che le tartarughe fossero gli animali più intelligenti del mondo e che non sarebbe stata certo una piccola ranocchia ad insegnargli niente. Nel frattempo i ragazzi cominciavano diventare sempre più stupiti, erano infatti abituati a vedere la maestra sempre felice di insegnare, ma adesso vedevano qualcosa che non conoscevano…cominciavano ad avere paura. Finalmente Gio' iniziò a parlare e chiese a Mirta se volesse accompagnarlo un poco più in là dove le avrebbe fatto conoscere tutto ciò che sapeva; Mirta accettò e seguita dai bambini si incamminò verso la riva di un fiume che scorreva poco lontano dall' albero presso il quale si erano incontrati. |
Giunti alla riva la tartaruga iniziò ad elencare tutte le specie di pesci che abitavano il corso d' acqua e Mirta, che non li conosceva, stava zitta, ma dentro di se si sentiva arrabbiare sempre di più verso questo certo Gio,' che sbucato dal nulla, voleva dimostrare di essere più bravo di lei. Poi fu il turno della ranocchia che alzò gli occhi verso il cielo e iniziò a contare e dire i nomi di tutti gli uccelli che volavano sopra le loro teste, anche Gio' stava zitto, ma non come Mirta, lui infatti conosceva anche il nome degli uccelli, solo aspettava che la ranocchia sbagliasse per fare in modo che tutti ridessero di lei, che si credeva molto intelligente. | ![]() |
Di nuovo fu la volta della tartaruga a parlare e questa volta iniziò a dire i nomi di tutti i tipi di erbe del campo nel quale si trovavano mentre la ranocchia, subito dopo, iniziò a spiegare da dove venissero le nuvole e perché ogni tanto si mettessero a piangere. I due sembravano voler continuare ancora per molto, i bambini intanto ascoltavano in silenzio ma qualcuno di loro cominciava a capire che né la maestra, né la tartaruga si sarebbero rassegnati a perdere. Intanto un vecchio gufo, che aveva seguito tutto il duello dal ramo di un alto cedro, guardava i due che parlavano a voce alta con uno sguardo sonnacchioso, poi ad un certo punto, stufo di tutta questa confusione decise di volare a terra verso la riva del fiume. |
![]() | Atterrò proprio tra Gio' e Mirta e i due subito smisero di litigare, colti infatti dallo stupore, guardavano sorpresi il vecchio uccello che sembrava stesse per parlare. Infatti subito disse: Tu ranocchia sei molto intelligente, conosci i segreti dell' aria e del cielo, ma c' è una cosa che ancora non hai capito: la vera intelligenza è quella che ti fa ascoltare gli altri perché tutti hanno qualcosa da insegnarti. Anche tu tartaruga sei molto intelligente, perché sai cosa si nasconde nell' acqua e chi abita la terra, ma una cosa ti manca: non sai regalare ciò che conosci agli altri, infatti ti tieni tutto per te solo per dimostrare di essere il più bravo di tutti . |
Tutti e due i duellanti abbassarono il capo ed iniziarono ad incamminarsi chi verso lo stagno chi verso la carovana delle altre tartarughe. Intanto tra i piccini della maestra cominciava a spuntare qualche timido sorriso, Mirta si accorse di questo e si domandava cosa significasse. Allora il più intraprendente dei ragazzi si avvicinò alla ranocchia e le disse : Maestra, maestra, grazie per la bella giornata e la lezione . |
Mirta lo guardò stupita e si domandava il perché di quelle parole, infatti, si vergognava molto di tutto quello che era successo. Il ragazzo, leggendole il pensiero, continuò: Signora maestra, oggi abbiamo capito che possiamo conoscere tante cose ma se per primo non riusciamo a vedere i nostri piccoli difetti, tutto quello che impareremo servirà solo a rendere felici noi stessi, ma non gli altri . Mirta non sapeva più cosa pensare, ma quando il ragazzo l'abbracciò, si dimenticò di ogni cosa le passasse per la mente e anche lei, come lui, iniziò a sorridere. | ![]() |
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