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Andrea Santini - Siena LA FARFALLA E LA COLLINA |
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Tanto tempo fa, c' era nel lontano paese di Vespertino un piccolo bruco che veniva chiamato da tutti Giannino perché era molto piccolo, ma agli altri insetti piaceva perché era davvero carino con ogni animale. Ogni giorno si alzava di buon mattino per andare allo stagno a bere e se vedeva un animaletto più piccolo di lui desideroso di acqua, subito gli lasciava il posto perché in cuor suo credeva che per ogni azione buona il Dio degli uomini e degli insetti sarebbe stato più felice, visto che Lui aiutava ciascuno nella vita di ogni giorno. L' unica cosa che tutti gli insetti sapevano di non dover fare, era di oltrepassare la collina che era in fondo alla valle del paese, perché quello era il regno delle talpe, nemiche di ogni bruchino e di tutti gli animali più piccoli. |
Un dì vide però una cosa che non aveva mai visto prima: un suo compagno bruchino si stese per terra perché aveva male alla pancia e Giannino, guardandolo, non sapeva più cosa fare, infatti tutti i bruchi come lui erano stati fino a quel momento sempre sereni, perché si aiutavano in ogni cosa tra di loro. Ma ad un tratto vide che Lorella, così si chiamava (era difatti una bruchina), iniziò a scurirsi tutta, poi, ad un certo punto, gli spuntarono due piccole ali dalla schiena che divennero sempre più grandi fino a che, iniziandole a muovere, cominciò ad alzarsi da terra e a volare sopra la testa di Giannino che tutto confuso non sapeva più cosa dire. | ![]() |
Lorella allora disse a lui: Vedi Giannino, tu sei stato sempre molto buono con me e mi hai aiutato sempre, ma adesso io voglio vedere cosa c' è al di là della grande collina che copre la valle dove viviamo, per questo ho deciso di diventare un farfalla, perché sono stufa di dipendere sempre dall' aiuto degli altri. Giannino non sapeva più cosa dire, voleva molto bene a Lorella perché la conosceva fin da quando erano molto piccoli, ma era la prima volta che sentiva dire da un suo compagno di voler fare di testa sua invece di provare insieme: non ne capiva il motivo. |
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Così, mentre vedeva la cara amica avviarsi lungo il lato della piccola montagna, andò a cercare il bruco più anziano della compagnia per chiedere consiglio. Giunto sul posto, domandò a lui, che si faceva chiamare Giovanni il vecchio per via delle zampette tutte grigie, il perché la sua amica avesse preso una decisione così fuori dal normale. Giovanni gli rispose che quando i bruchini, così come i bambini degli uomini, crescono, gli si tingono gli occhi di un colore più scuro di quello che avevano prima, e che per via di questo colore vedono le cose in modo diverso, pensano di essere già grandi e qualche volta decidono di fare le cose a modo loro, perché quello che si è sempre detto con i compagni di una vita, per qualche strana ragione, sembra non dover più valere. |
Giannino andò via un po' perplesso perché non aveva capito la storia del colore degli occhi che cambiava; di una cosa però aveva molto paura: che Lorella non sarebbe più stata quella di prima e non sapeva se era un bene o un male. Tornando verso la collina incontrò i suoi amici più cari, Roberto e Daniele, ai quali chiese se volessero accompagnarlo a cercare Lorella, infatti Giovanni il vecchio, prima che se ne andasse, gli aveva anche detto che non era questa la stagione in cui le talpe avrebbero creato problemi al popolo dei bruchi. Così Giannino, Roberto e Daniele si incamminarono verso la cima con passo veloce perché tutti volevano bene a Lorella. | ![]() |
Giunti in cima videro però qualcosa che li addolorò molto: c' era una giovane bruchina distesa per terra che lamentava dolori alla schiena e alle ginocchia ed un paio di ali che ancora giravano nell' aria sospinte in alto dal vento. I tre amici corsero verso la loro compagna con le lacrime agli occhi temendo che si sentisse veramente male, ma giunti lì si accorsero che non aveva niente di grave, ma solo qualche sbucciatura. |
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Nel frattempo dalla valle li raggiunse Giovanni il vecchio seduto sopra una lumachina che lo aiutava sempre a spostarsi visto la sua età avanzata e una volta sicuro che Lorella stesse bene ed avesse solo perso le ali disse a gran voce: Vedi piccina, c' è un tempo per crescere ed uno per andare, uno per ubbidire ed uno per volare; adesso per te è il tempo di una piccola lacrima, quello che ti è successo è per insegnarti che solo dopo che avrai imparato ad ascoltare chi si preoccupa del tuo bene sarai in grado di capire quello che è giusto fare da ciò che non lo è |
Quando il vecchio saggio ebbe finito di parlare, i tre bruchini caricarono la loro amica sulla lumaca ed insieme tornarono verso casa cantando la canzone che di solito usavano nei giorni di festa…infatti erano più contenti di aver ritrovato Lorella sana e salva di ogni volta che potevano ridere e scherzare insieme. |
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