Marco non poté sentire il rumore del suo atterraggio marino, né riuscì più a vederla, perché la nave viaggiava più forte durante la notte, lasciandosi dietro, oltre la sua scia, il buio più totale.
Ma nella sua mente, restò per sempre la sua immagine e la sensazione che aveva provato nel lanciarla in mare, lei che custodiva dentro di se, tutto il suo pensiero.
E pregò tutte le sere, affinché arrivasse comunque a qualcuno.
La bottiglia intanto, appena immersasi, scivolò a tutta velocità nelle profondità marine, provocando non poco "timore" tra la popolazione locale. I pesci vicini, accortisi dell'intrusa, si schivavano velocemente, temendo un attacco di qualche predatore marino; le ostriche sul fondo subito si chiusero, evitando il peggio, e anche la flora acquatica guardava non senza paura, questa aliena, appena arrivata.
Toccò il fondale e non trovando nessun ostacolo che la bloccasse, iniziò lentamente, dondolando nell'acqua a risalire in superficie:
Quando arrivò su e riemerse, iniziò a galleggiare.
Tutto di lei era intatto ed il suo contenuto, perfettamente asciutto.
La cera messa a chiusura, era stata sistemata con cura e quindi non c'era stato nessun inquinamento esterno.
La prima prova era superata e anche se Marco non lo avrebbe mai saputo, iniziava adesso, il lungo viaggio verso la sua meta, che anche se sconosciuta, sicuramente era molto, molto distante.
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